Lui & Lei
3 - stupro voluto
di stinf
08.02.2016 |
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"“Non vorrai lasciarmi così!” Ho gridato stravolta, e senza vergogna nel pregarlo di farmi godere che poi avrei fatto tutto quello che voleva..."
CAPITOLO 3Quando avevo vent'anni, frequentavo una scuola serale di perito chimico, era una scuola mista c'erano femmine e maschi di tutte le età ed ero amica di tutti. Mi piaceva un ragazzino più giovane di me aveva 15 anni ed era molto carino, magro coi capelli lunghi biondi e un viso effeminato. Peccato che era un po’ timido. Era seduto in un banco alla mia sinistra e quando mi giravo lo trovavo sempre a guardarmi e lui arrossiva, ero sicura di piacergli e non solo platonicamente. A quel tempo io portavo maglie aderenti senza niente sotto e gonne cortissime, che se mi piegavo si vedevano le mutande e anche il pelo che fuoriusciva, visto che ero pelosa come un orsacchiotto. Cercavo di fare amicizia con lui, di fargli capire che mi piaceva e che ero disponibile, così ogni tanto mi mettevo di traverso e allargavo le gambe, lui guardava e diventava di tutti i colori. Una sera sono andata a scuola con un vestito stretch, aderente e corto, senza mutande e solo il pensiero che lui e i miei compagni si sarebbero eccitati come dei maiali come dei tori alla monta, mi faceva bagnare tutta.
Dopo un po’ che ero seduta al mio posto ho iniziato piano piano a girarmi e a muovere il culo come a cercare una posizione più adatta. Il prof. parlava e io scrivevo mi sono girata e ho accavallato le gambe. Il vestito è salito fino all'inizio delle cosce il biondino si è girato io allora mi sono messa a parlare con quello dietro di me che allungava il collo e ho allargato bene le gambe. Il ragazzino aveva la bocca aperta e cominciava a sudare, non staccava gli occhi dalla mia passera, io me la sentivo bollente e fradicia e pensavo al suo cazzo che si ingrossava, alla sua cappella che si faceva strada tra i miei peli e nel buco della mia passera che ormai era talmente eccitata che godeva e sbrodolava solo al suo sguardo. Lui era paonazzo e si sfregava il cazzo con una mano, ormai parecchi maschi della classe avevano capito cosa succedeva e si giravano a sbirciare, chi vedeva le mie gambe e il mio sesso spalancato mi fissava e muoveva la lingua in tutte le direzioni io mi sentivo come una cagna in calore, mi sarei fatta sbattere da tutti, nuda sopra i banchi, le gambe tenute spalancate da chi aspettava il proprio turno per potermelo infilare, mentre altri me lo ficcavano in gola e mi sborravano in bocca ma erano solo fantasie, io volevo qualcosa di reale nella mia patonza bollente, non ce la facevo più, volevo sentire un bel cazzo duro penetrarmi fino in fondo volevo sentire i coglioni sbattere sul mio buco del culo farmi riempire la figa di sborra e godere come una vacca.
Basta sarei andata in bagno e mi sarei fatta un ditalino, magari incontravo il bidello, che era un vecchio sporcaccione che spiava le ragazze dalle serrature dei cessi, lo sapevamo tutte e la cosa ci divertiva, io però lo stuzzicavo e lo stimolavo più di tutte. Quando sapevo che lui spiava, allargavo bene le gambe e la passera mentre facevo la pipì, quando invece non c'era andavo da lui e gli dicevo: "Come al solito non c'è carta igienica e neanche tu c'eri, io ho cagato e mi serviva la tua lingua, almeno eri utile a qualcosa vecchio sporcaccione."
E lui lascivo: "Posso farlo adesso, non vorrai tenere il tuo bel buchetto sporco, guarda che lingua lunga e viscida che ho, tu ti metti alla pecorina, io ti allargo bene le chiappe e la lingua te la infilo su tutta intera per il buchetto e te la rigiro dentro e fuori attorno al buchino e poi ancora dentro così." E faceva ruotare la sua lingua bavosa da una parte all'altra della bocca come impazzito. Mentre lo guardavo mi pareva di sentire la sua lingua dentro il mio sfintere, che si muoveva sinuosa come un serpentello indeciso se restare dentro o fermarsi all'entrata e tastarla ben bene con la lingua finché non si fosse aperta un po’ di più. Mi eccitavo da morire quando parlava così ed ero lì per cedere, ma godevo anche nel saperlo infoiato e sempre con la voglia di avermi tra le mani un giorno, così gli ho risposto: "Troppo tardi, ci ha già pensato una mia amichetta, sai quella 13enne che stravede per me, ha già deciso che vuol fare la puttanella e che io posso insegnarle tante cose, così come prima lezione le ho detto di leccarmi il culo, che doveva imparare bene perché a tanti uomini piace e non bisogna star lì a guardare se è pulito o no, si lecca e basta, come piace a loro, c'è chi vuole la lingua tutta dentro, c'è chi invece vuole che la rigiri per ore intorno al buco finché non s'allarga ben bene e ci puoi infilare un dito o qualcos'altro, dipende. E così ha fatto".
A quel porco è montato il sangue alla testa e ha cominciato a insultarmi, a dire che ero una troia una zoccola ecc. ecc. ma che un giorno gli sarei capitata sotto e allora...!
Due sere dopo, al termine delle lezioni ho fatto un salto ai bagni per un bisogno impellente ed ero lì seduta sul cesso con le mutande abbassate fino alle caviglie quando ho sentito un rumore. Sarà il custode che fa il giro, ho pensato, speriamo che non mi chiuda dentro; stavo per alzarmi e pulirmi la passera ancora gocciolante, quando si è spalancata la porta del cesso ed è apparso il bidello con un brutto ghigno sulla faccia. "Stavolta non mi scappi troietta.... è inutile che chiami il custode... stasera chiudo io... e chiudo anche con te....!".
Per un attimo son rimasta paralizzata, poi mentre mi chinavo per tirarmi su le mutande, il porco m'ha preso il fondo del largo vestito che indossavo, me l'ha tirato su fino alle ascelle e ci ha fatto un nodo al fondo. D'improvviso mi sono trovata tutta nuda e con le braccia e la testa imprigionate. Cercavo di alzarmi ma il maiale m'ha sbattuto giù a sedere m'ha afferrato le gambe, me le ha alzate e mi ha tirato in avanti con il culo oltre il bordo del water, poi con le caviglie in mano mi ha sollevato le ginocchia fin quasi in bocca, in una posizione scomodissima e dolorante, ero impossibilitata a muovermi mi dimenavo e lo insultavo, ma lui se la rideva. Sempre tenendomi pressate le ginocchia sul viso, dalla trasparenza del vestito, ho visto che si inginocchiava davanti a me con le mani ha stretto l'incavo delle ginocchia e mi ha allargato le gambe sino a farmi male. Mi veniva da piangere per la violenza e per il dolore della posizione, lo pregavo di lasciarmi stare, ma lui non sentiva più niente, respirava forte e fissava la mia fregna e il mio buco del culo cosi ben in evidenza, quando all'improvviso se l'è presa tutta in bocca e me l'ha morsicata. Io ho gridato, lui ha stretto di più e come un cane che non vuole mollare l'osso, scuoteva la testa e stringeva rabbioso. E' stato in quel momento che ho provato un piacere intenso al basso ventre, così violento che m'è scappato un gemito, lui ha alzato la testa sorpreso e m'ha detto: "Ah ci sei cagna, finalmente ti sei arresa" e ha cominciato a leccarmela.
Me la leccava piano, non con la punta, ma con la lingua tutta aperta, dal basso in alto, come un cane che lecca i genitali della sua cagna per stimolarla. Ma io ormai non ne avevo più bisogno, il suo morso e la sua lingua calda e umida mi avevano bagnato ed eccitato così tanto la fighetta, che io ero lì aperta e gonfia, pronta per prenderlo e a non staccarmi finché quel maiale non m'avesse riempito tutta di sborra calda fino a farmela colare nel cesso e a farmi guaire di piacere. Ma lo sporcaccione aveva altro per la testa, ero lì con la figa spalancata, che non ce la facevo più dalla voglia di prendere un cazzo, quando lui ha cominciato a leccarmi il buco del culo. Ci girava tutto intorno con quella lingua da lumacone viscido, ci girava attorno e ogni tanto la infilava nella passera fradicia me la sentivo pulsare, si stringeva e allargava da sola e io avevo le smanie.
Dopo qualche minuto di questa frenetica altalena anche il mio sfintere era tutto largo e sporgente ed allora il lumacone ci ha infilato dentro la lingua spingendo e allargando più che poteva, sentivo i suoi denti premere sulle natiche tanta era la voglia di infilarmela fino in fondo. Io lo assecondavo come potevo, muovevo e alzavo i fianchi quasi sfinita, quella lingua nel culo mi faceva impazzire, la sentivo muoversi dentro, a destra e sinistra, su e giù, dentro e fuori... stavo per godere, non ce la facevo più, quando il bastardo me l'ha tolta. “Devi fare anche tu qualcosa per me”, ha detto. “Non vorrai lasciarmi così!” Ho gridato stravolta, e senza vergogna nel pregarlo di farmi godere che poi avrei fatto tutto quello che voleva. “Eh no troietta mia, ti voglio bella calda mentre mi lavori, non so che farmene di una cagnetta che ha già goduto, adesso tanto per cominciare mi svuoto la vescica, poi tu mi svuoti i coglioni”. Con una mano ha alzato il vestito sin dietro al collo e mi ha afferrato i capelli, avevo le braccia sempre imprigionate ma il viso scoperto, lui nell'altra mano aveva il cazzo, ma quasi non lo vedevo da tanto che era piccolo e moscio. Dalla sorpresa e sentendomi pure delusa, visto che ormai avevo deciso di farmi sbattere da quel porco, m'è venuto da ridere sarcastica, lui furibondo, si è messo a cavallo del water, col suo lumacone e i suoi testicoli vicini alla mia faccia, ha tirato forte i capelli facendomi gridare e mentre ero lì con la bocca aperta ci ha infilato tutto dentro con la forza. Avevo il viso premuto contro il suo ventre e la bocca piena dei suoi genitali, quando il suo cazzo ha iniziato a gonfiarsi un po' e m'ha pisciato in bocca.
Mi sentivo soffocare, ingoiavo tutto perché non m'andasse di traverso, credevo non finisse più, a un certo punto ha smesso di pisciare il suo cazzino s'è indurito un po’ e sempre tenendolo premuto sulla mia bocca ha iniziato a menarselo, quasi subito m'ha versato sulla lingua un liquido viscido e amaro e gridando di piacere s'è messo a mimare l'atto sessuale tenendo premuto il mio viso contro la sua pancia e riempiendomi la bocca coi coglioni il cazzo e la sua sborra.
Mi son sentita umiliata e delusa, ero lì con la bocca piena del suo liquido vischioso e salato, che in parte avevo dovuto ingoiare per non soffocare e in parte mi colava dalla bocca insieme alla mia saliva, e non ero riuscita neanche a godere. Con la voglia che avevo tra le gambe. “Leccamela ancora un po’” l'ho pregato.... “Anzi, mordimela come hai fatto prima... infila la lingua dentro... leccami il buco del culo, fai quello che vuoi, basta che mi fai godere”!
Lui non fece niente di quello che aveva fatto prima, si è inginocchiato tra le mie gambe, mi ha infilato un dito in culo di prepotenza, ho capito poi che era il pollice, e ha iniziato a leccarmi il grilletto. Leccava piano, quasi sfiorando il clitoride, ma intanto spingeva il dito sempre più dentro… Io non sapevo se stringere il culo perché mi faceva male o allargarlo per prenderlo fino in fondo, so solo che il dito e la lingua insieme mi eccitavano tantissimo, e sarei venuta anche così, ma quel vecchio bavoso che sapeva bene come far gridare dalla gioia le ragazzine vogliose come me, ha pensato bene di girare la mano, infilarmi due dita nella passera, continuando a leccarmela nel frattempo... ed è così che facendomi gridare di piacere e di meraviglia, mi ha fatto raggiungere l'orgasmo, togliendomi le dita alla fine, per leccare e succhiare tutto il liquido che mi era uscito dopo un piacere così intenso e inusuale.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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